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Classe 1961, Luciana nasce come manager di estrazione bancaria, con marcata esperienza nel Change Management e nell’Innovazione Strategica in ambito tecnologico ed organizzativo. Dopo anni di carriera nel mondo della finanza per importanti istituti di credito, creando la prima banca online in Italia, nel 2006 decide di dedicarsi a un impegno ben diverso, passando dal mondo tecnologico a quello sociale mettendo a disposizione le sue attitudini e il suo know how. Nasce così il brand Made In Carcere: progetto rieducativo e di reinserimento sociale che fa bene anche all’ambiente. Il brand è conosciuto per la produzione di manufatti artigianali di qualità (borse, accessori per la casa e per l’high-tech) con valori sociali importanti, quali eticità, inclusione sociale, impegno, sostenibilità ambientale, lotta allo spreco, creatività.
Luciana, promuove un’azione imprenditoriale dentro le mura carcerarie utilizzando tessuti che le aziende scartano, Mic vuole essere un incubatore di innovazione e inclusione sociale, che permetta a persone ai margini della società di crescere e individuare il potenziale d’azione e, ai tessuti scartati, di rinascere come materia prima e assumere valore sociale. “Non occorre produrre altro, ma è possibile rigenerare ciò che già c’è facendo un buon uso del mondo”.
Si deve ricominciare a parlare della produzione del BIL – benessere interno lordo – al posto del PIL – Prodotto Interno lordo, in un’ottica favorevole al benessere comune, che tenga conto della qualità della vita e tutela dell’ambiente, per un progresso collettivo e non solo del singolo individuo. Rimettiamo l’uomo e l’umanità al centro, nel rispetto della vita e dignità umana e dell’ambiente circostanti.
Negli anni Made in Carcere, oltre alla consueta attività sartoriale ha parallelamente portato avanti altri progetti, tra questi: